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Machine Karabine 42

Creazione del mito : Machine Karabine MKb42

Il substrato culturale che diede origine alla nostra storia fù un mixage di sentimenti che, seppur ravvivati dalla cocente sconfitta subita nella prima guerra mondiale, aveva, per il popolo germanico, radici ancestrali depositate nelle origini tribali delle popolazioni autoctone.
Il solo concetto di “gefoldschaft” (fedeltà al capo), tipico della struttura di quelle popolazioni, venne sapientemente ampliato e strumentalizzato. L’origine culturale del nazismo deve quindi porsi lontano nel tempo quantunque non sia da sottovalutare il fascino che sul suo leader esercitò il fascismo che ne procurò la struttura fondamentale.
Su queste basi, dunque, fu naturale compiere quella serie di passi che condusse il popolo tedesco verso l’obnubilazione dettata dalla fallace dottrina della pura razza ariana ed alla necessità di procurarsi spazio vitale a spese delle popolazioni via via definite “sottouomini”.
Dalla sua ascesa al potere, negli anni dal 1933 al 1939, cioè in soli sei anni, l’omologazione della intera società tedesco-austriaca al nazismo fu pressoché totale e condusse l’intero paese ad una massiccia e determinata volontà di preparazione all’azione bellica.
Tutti i mezzi produttivi e tutte le attività “culturali” erano esclusivamente tese alla propaganda, all’addestramento, alla eliminazione dei dissidenti.
In questo clima ci si pose il dilemma di migliorare l’armamento individuale della fanteria. Già nel 1923 un capitolato dello Stato Maggiore definì una specifica alla quale la nuova arma doveva attenersi : essa prevedeva la capacità di tiro a raffica, un serbatoio-caricatore della capienza di 20-30 colpi, una cadenza di tiro di circa 400 colpi al minuto, la resistenza al ghiaccio ed al fango ed al logorio. Ma il problema maggiore era la necessità di ridurre ingombri e pesi delle armi individuali nel rispetto della distanza utile di tiro. Il programma iniziò con lo studio di una cartuccia che oggi definiremmo intermedia.
Le prime fasi di sperimentazione della cartuccia passarono per successivi tentativi tra i quali ricorderemo un calibro 8x42,5 ad opera dell’Ing. Karl Heinemann della Rheinmetall, ed anche in 8x46, ed un 7x39 (DWM 581) , giungendo intorno al giugno del 1939 alla cartuccia successivamente adottata 7,92x33 così come progettata dalla Polte con la successiva denominazione di “ Pistolen Patrone 43 m.E. 7,92x33 mm Kurz Patrone “.
Si iniziò dal calibro mantenendo il 7,92 probabilmente per non convertire l’apparato industriale della produzione delle canne (una analoga scelta venne compiuta dai russi nell’adozione del calibro per il successivo AK47). Il progetto per la nuova arma venne denominato Machine Karabine 42 successivamente distinto in MKb42(w)

per l’arma della Walther (capocommessa) e MKb42(h) (sotto)

per l’arma della Haenel. Presso la Walther si proseguì quella serie di sperimentazioni che, iniziate nel 1935 con la sperimentazione di un prototipo di arma (Vollmer 1935 in cal 7,75x40) ad opera della Haenel il cui progettista era Hugo Schmeisser (autore anche del MP38) condusse nel 1941 al modello MKb 42 (W) che venne sperimentato, in una piccola serie di 40 esemplari, presso la scuola di fanteria di Dobernitz nel dicembre del 1942 risultando estremamente sensibile al ghiaccio ed al fango e, notevolmente impreciso poiché, funzionava ad otturatore aperto per diminuire i pesi, venne pertanto escluso dalla gara. Il primo modello presentato dalla Haenel ebbe la denominazione di MKb 42 (H) ottemperando non solo al primo requisito richiesto di resistenza al fango ed al ghiaccio ma era previsto che l’arma fosse prodotta con poche parti macchinate dal pieno o fresate (otturatore e canna) mentre la restante parte era costituita da parti in lamiera stampata da affidare per la produzione a piccole e molteplici officine distribuite sul territorio (questo consentiva che in caso di distruzione di una officina la produzione finale non ne fosse particolarmente coinvolta).
L’assemblaggio finale venne affidato a circa sette principale fornitori. E’ pertanto evidente che ciascuna parte di ogni singola arma rechi marchi diversi e, sovente, WaAmt diversi.
E’ da considerare che tanto la Haenel quanto la Walther utilizzarono per la produzione della lamiera la tecnologia della Merz Werche di Francoforte.
L’arma della Walther, anch’essa associata al progetto per la realizzazione della MaschinenKarabiner, nasceva da un prototipo ad opera dell’Ing. Brauning (strana e nota fonetica !) ebbe la denominazione di MKb 42 (W) per distinguerlo dall’analogo progetto MKb 42 (H) della Haenel.
Tuttavia le perplessità per l’adozione di tale arma ancora non erano superate, lo stesso Fuhrer (fantaccino nella Prima Guerra) ebbe ad esclamare in data 14 aprile 42 che “una arma in grado di assolvere a molte funzioni (oggi diremmo polivalente) finirà col non assolvere a nessuna delle necessità operative”. Venne elaborata una nuova direttiva per portare il tiro utile a 1200 metri … la Walther approntò esemplari con ottica facendo credere che ciò era possibile.
Ad una successiva presentazione dell’arma avvenuta il 1 giugno 1942 ormai con la fascinosa denominazione di Machinen Pistole, il Furher restò affascinato dalla estetica dell’arma consentendone la sperimentazione.
Nel corso dell’autunno furono sperimentate al fronte circa 200 armi prodotte dalla Haenel e 100 armi prodotte dalla Walther che furono inviate al 16° ed al 18° gruppo di armate Nord al Generaloberst Lindemann che il 12 giugno invia il seguente rapporto : “ il prototipo MKb 42 (H) ha dato buon risultato .. esso rimpiazza perfettamente l’MP38 e l’MP 40 ed in larga misura il fucile ..esso è particolarmente utile per le pattuglie, i colpi di mano e gli attacchi ..”
Abbandonato, dunque, il progetto della Wather si ci concentrò sulla produzione del MK 42 (H) e si decise, a seguito di tale rapporto, di approvvigionare di tale arma le pattuglie esploranti.
La divisione delle SS Viking aveva inviato un voluminoso rapporto in data 13 settembre 1942, a seguito della prima e citata sperimentazione, esprimendosi in tal modo : “ .. una tale arma fornisce al soldato la potenza di fuoco desiderata … in considerazione delle istruzioni ricevute e della effettiva necessità operativa il soldato tira ad obiettivi distanti circa 200 metri e talvolta a distanze che non superano i 400 metri. “ Il teatro operativo, dunque, corrisponde perfettamente alle potenzialità dell’arma. Le prime 25 armi di produzione ufficiale furono inviate (ottobre 42) allo Scherer Kampfgruppe nella sacca di Cholm (Fronte nord-est) dove la lotta era in quel momento feroce. Un poco di confusione, a tale riguardo, l’ha generata nella primavera del 2000 il Direttore del Museo della Grande Guerra Patriottica Sergei Monetchikow presentando un MK 42 (H) con matricola “ 503 “ dichiarando che lo stesso era stato catturato a Cholm. Ciò risulta impossibile poiché una arma con tale matricola può essere stata prodotta solo dopo tale battaglia, la data presunta di produzione è nei primi giorni del gennaio 1943.
La produzione dell’ MK 42 (H) durò dal Novembre 1942 al settembre 1943 per un totale di 11717 esemplari.

Novembre 42____________ 25 esemplari
Dicembre_______________ 91
Gennaio 43____________ 500
Febbraio______________1217
Marzo_________________900
Aprile ________________2179
Maggio_______________3044
Giugno _______________1898
Luglio________________1423
Agosto________________ 366
Settembre______________ 190

Nel contempo, Luglio 43, era iniziata la produzione della stessa arma con la denominazione MP 43.
Inizialmente con la denominazione MP 43/1 provvista di un attacco per l’ottica ZF 41, successivamente con la denominazione MP 43 senza tale possibilità, poi MP 44 e, senza alcuna variazione, con la denominazione StG 44.

La produzione 1943____fu di______19501
1944_____________281500
1945_____________124616 (da gennaio a marzo)

I dati relativi alla produzione sino al 8 maggio 1945 (data della resa) sono confusi e inattendibili.
La produzione totale ufficiale dunque si attesta su 11717 esemplari MK 42 (H) e 425617 MP+StG

Creazione del mito

Il substrato culturale che diede origine alla nostra storia fù un mixage di sentimenti che, seppur ravvivati dalla cocente sconfitta subita nella prima guerra mondiale, aveva, per il popolo germanico, radici ancestrali depositate nelle origini tribali delle popolazioni autoctone.
Il solo concetto di “gefoldschaft” (fedeltà al capo), tipico della struttura di quelle popolazioni, venne sapientemente ampliato e strumentalizzato. L’origine culturale del nazismo deve quindi porsi lontano nel tempo quantunque non sia da sottovalutare il fascino che sul suo leader esercitò il fascismo che ne procurò la struttura fondamentale.
Su queste basi, dunque, fu naturale compiere quella serie di passi che condusse il popolo tedesco verso l’obnubilazione dettata dalla fallace dottrina della pura razza ariana ed alla necessità di procurarsi spazio vitale a spese delle popolazioni via via definite “sottouomini”.
Dalla sua ascesa al potere, negli anni dal 1933 al 1939, cioè in soli sei anni, l’omologazione della intera società tedesco-austriaca al nazismo fu pressoché totale e condusse l’intero paese ad una massiccia e determinata volontà di preparazione all’azione bellica.
Tutti i mezzi produttivi e tutte le attività “culturali” erano esclusivamente tese alla propaganda, all’addestramento, alla eliminazione dei dissidenti.
In questo clima ci si pose il dilemma di migliorare l’armamento individuale della fanteria. Già nel 1923 un capitolato dello Stato Maggiore definì una specifica alla quale la nuova arma doveva attenersi : essa prevedeva la capacità di tiro a raffica, un serbatoio-caricatore della capienza di 20-30 colpi, una cadenza di tiro di circa 400 colpi al minuto, la resistenza al ghiaccio ed al fango ed al logorio. Ma il problema maggiore era la necessità di ridurre ingombri e pesi delle armi individuali nel rispetto della distanza utile di tiro. Il programma iniziò con lo studio di una cartuccia che oggi definiremmo intermedia.
Le prime fasi di sperimentazione della cartuccia passarono per successivi tentativi tra i quali ricorderemo un calibro 8x42,5 ad opera dell’Ing. Karl Heinemann della Rheinmetall, ed anche in 8x46, ed un 7x39 (DWM 581) , giungendo intorno al giugno del 1939 alla cartuccia successivamente adottata 7,92x33 così come progettata dalla Polte con la successiva denominazione di “ Pistolen Patrone 43 m.E. 7,92x33 mm Kurz Patrone “.
Si iniziò dal calibro mantenendo il 7,92 probabilmente per non convertire l’apparato industriale della produzione delle canne (una analoga scelta venne compiuta dai russi nell’adozione del calibro per il successivo AK47). Il progetto per la nuova arma venne denominato Machine Karabine 42 successivamente distinto in MKb42(w)

per l’arma della Walther (capocommessa) e MKb42(h) (sotto)

per l’arma della Haenel. Presso la Walther si proseguì quella serie di sperimentazioni che, iniziate nel 1935 con la sperimentazione di un prototipo di arma (Vollmer 1935 in cal 7,75x40) ad opera della Haenel il cui progettista era Hugo Schmeisser (autore anche del MP38) condusse nel 1941 al modello MKb 42 (W) che venne sperimentato, in una piccola serie di 40 esemplari, presso la scuola di fanteria di Dobernitz nel dicembre del 1942 risultando estremamente sensibile al ghiaccio ed al fango e, notevolmente impreciso poiché, funzionava ad otturatore aperto per diminuire i pesi, venne pertanto escluso dalla gara. Il primo modello presentato dalla Haenel ebbe la denominazione di MKb 42 (H) ottemperando non solo al primo requisito richiesto di resistenza al fango ed al ghiaccio ma era previsto che l’arma fosse prodotta con poche parti macchinate dal pieno o fresate (otturatore e canna) mentre la restante parte era costituita da parti in lamiera stampata da affidare per la produzione a piccole e molteplici officine distribuite sul territorio (questo consentiva che in caso di distruzione di una officina la produzione finale non ne fosse particolarmente coinvolta).
L’assemblaggio finale venne affidato a circa sette principale fornitori. E’ pertanto evidente che ciascuna parte di ogni singola arma rechi marchi diversi e, sovente, WaAmt diversi.
E’ da considerare che tanto la Haenel quanto la Walther utilizzarono per la produzione della lamiera la tecnologia della Merz Werche di Francoforte.
L’arma della Walther, anch’essa associata al progetto per la realizzazione della MaschinenKarabiner, nasceva da un prototipo ad opera dell’Ing. Brauning (strana e nota fonetica !) ebbe la denominazione di MKb 42 (W) per distinguerlo dall’analogo progetto MKb 42 (H) della Haenel.
Tuttavia le perplessità per l’adozione di tale arma ancora non erano superate, lo stesso Fuhrer (fantaccino nella Prima Guerra) ebbe ad esclamare in data 14 aprile 42 che “una arma in grado di assolvere a molte funzioni (oggi diremmo polivalente) finirà col non assolvere a nessuna delle necessità operative”. Venne elaborata una nuova direttiva per portare il tiro utile a 1200 metri … la Walther approntò esemplari con ottica facendo credere che ciò era possibile.
Ad una successiva presentazione dell’arma avvenuta il 1 giugno 1942 ormai con la fascinosa denominazione di Machinen Pistole, il Furher restò affascinato dalla estetica dell’arma consentendone la sperimentazione.
Nel corso dell’autunno furono sperimentate al fronte circa 200 armi prodotte dalla Haenel e 100 armi prodotte dalla Walther che furono inviate al 16° ed al 18° gruppo di armate Nord al Generaloberst Lindemann che il 12 giugno invia il seguente rapporto : “ il prototipo MKb 42 (H) ha dato buon risultato .. esso rimpiazza perfettamente l’MP38 e l’MP 40 ed in larga misura il fucile ..esso è particolarmente utile per le pattuglie, i colpi di mano e gli attacchi ..”
Abbandonato, dunque, il progetto della Wather si ci concentrò sulla produzione del MK 42 (H) e si decise, a seguito di tale rapporto, di approvvigionare di tale arma le pattuglie esploranti.
La divisione delle SS Viking aveva inviato un voluminoso rapporto in data 13 settembre 1942, a seguito della prima e citata sperimentazione, esprimendosi in tal modo : “ .. una tale arma fornisce al soldato la potenza di fuoco desiderata … in considerazione delle istruzioni ricevute e della effettiva necessità operativa il soldato tira ad obiettivi distanti circa 200 metri e talvolta a distanze che non superano i 400 metri. “ Il teatro operativo, dunque, corrisponde perfettamente alle potenzialità dell’arma. Le prime 25 armi di produzione ufficiale furono inviate (ottobre 42) allo Scherer Kampfgruppe nella sacca di Cholm (Fronte nord-est) dove la lotta era in quel momento feroce. Un poco di confusione, a tale riguardo, l’ha generata nella primavera del 2000 il Direttore del Museo della Grande Guerra Patriottica Sergei Monetchikow presentando un MK 42 (H) con matricola “ 503 “ dichiarando che lo stesso era stato catturato a Cholm. Ciò risulta impossibile poiché una arma con tale matricola può essere stata prodotta solo dopo tale battaglia, la data presunta di produzione è nei primi giorni del gennaio 1943.
La produzione dell’ MK 42 (H) durò dal Novembre 1942 al settembre 1943 per un totale di 11717 esemplari.

Novembre 42____________ 25 esemplari
Dicembre_______________ 91
Gennaio 43____________ 500
Febbraio______________1217
Marzo_________________900
Aprile ________________2179
Maggio_______________3044
Giugno _______________1898
Luglio________________1423
Agosto________________ 366
Settembre______________ 190

Nel contempo, Luglio 43, era iniziata la produzione della stessa arma con la denominazione MP 43.
Inizialmente con la denominazione MP 43/1 provvista di un attacco per l’ottica ZF 41, successivamente con la denominazione MP 43 senza tale possibilità, poi MP 44 e, senza alcuna variazione, con la denominazione StG 44.

La produzione 1943____fu di______19501
1944_____________281500
1945_____________124616 (da gennaio a marzo)

I dati relativi alla produzione sino al 8 maggio 1945 (data della resa) sono confusi e inattendibili.
La produzione totale ufficiale dunque si attesta su 11717 esemplari MK 42 (H) e 425617 MP+StG

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