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Prefazione

Non è cosa comune divertirsi rileggendo un proprio scritto di dieci anni prima.
Cambiano i tempi, cambia lo stile, cambiano gli atteggiamenti e la maggior parte della gente cresce sia intellettualmente che emotivamente. È perciò con compiacimento ed un po' di sorpresa che ho messo mano alla rilettura di Principi di Difesa Personale, aderendo all'invito degli editori, ed ho scoperto di non sentire alcun bisogno di apportare variazioni di rilievo.
Sta in piedi adesso come stava in piedi dieci anni fa, e pertanto dice il vero ora come allora.
Questo libretto è essenzialmente un compendio di una presentazione che ho sviluppato mentre mi trovavo per lavoro in America Centrale prima della presa del potere comunista. Questa parte del mondo è sempre stata turbolenta, ed il bisogno di autodifesa individuale è rimasto sin da allora abbastanza continuo fin dalla partenza degli spagnoli nella prima parte del diciannovesimo secolo.
La condotta individuale in un confronto letale non è, comunque, un qualcosa che si possa confinare ad un luogo o ad un'era, e se ci sono principi che guidano il suo andamento - e io credo che ce ne siano - tali principi non cambiano a seconda della geografia, della storia, o dei capricci sociologici.
Se un principio esiste deve essere immutabile: è per quello che è un principio, una verità che si distingue dalle mode dei tempi.
Se dovessi rimaneggiare completamente questo opuscolo, l'unica cosa che cambierei sarebbero i pochi aneddoti personali che appaiono al suo interno.
Io li aggiornerei per includere solamente quelli che si sono verificati nell'ultimo anno.
Nella attuale versione, gli aneddoti sono vecchi di almeno dieci anni, ma più li rileggo, più mi rendo conto che c'è nessun bisogno di cambiarli, perché le esperienze che sono passate di recente sulla mia scrivania, e quelle nelle quali sono stato coinvolto ultimamente, confermano semplicemente quello che ho già scritto. Queste esperienze potrebbero essere riscritte senza includere niente che sia accaduto più di un anno fa e noi avremmo esattamente la stessa storia. Così non è stato necessario fare alcun profondo rimaneggiamento.
Enfatizzando questo punto, comunque io dovrei raccontarvi che appena questa settimana sono venuto a conoscenza di un altro episodio che è stato immensamente utile nell’esemplificare alcuni dei principi enunciati in questo lavoro. Sembra che il proprietario di un panfilo si fosse addormentato sulla sua imbarcazione ormeggiata alle Bahamas. Dopo mezzanotte aprì un occhio, accorgendosi della presenza di due intrusi nella sua cabina, uno dei quali stava puntando un Mini-14 al suo torace da una distanza di circa diciotto pollici. Si tratta di una situazione singolare. Di una situazione che impaurisce.
Si potrebbe propriamente definire una situazione terrorizzante. Ma l’uomo si ricordò dei principi che aveva appreso ed ha attaccato immediatamente, con le sue mani, ed ha vinto. Ha impersonato i principi di risolutezza, aggressività, velocità, e sorpresa in modo più che soddisfacente.
Vengo a conoscenza di storie del genere, con tale frequenza che ci vorrebbe un intero libro per elencarli.
Queste storie dimostrano oltre ogni dubbio che i principi che abbiamo insegnato nei decenni trascorsi, e che ancora si continua ad insegnare a Gunsite, sono tuttora validi. Il nostro lavoro qui viene fatto per tenere in vita le vittime di una aggressione, e la conoscenza che riusciamo a trasmettere costituisce la nostra ricompensa.
Principi di Difesa Personale è stato accolto solo con un moderato entusiasmo dai vertici delle forze dell'ordine.
Molti dipartimenti di polizia l'hanno adottato, ma solamente dopo aver cancellato i principi dell'aggressività e della spietatezza. Costituisce evidentemente una cattiva fama avere un reparto che sia conosciuto come aggressivo e spietato. Questo è piuttosto comprensibile, ma non invalida i principi.
In tempo di guerra non c'è alcun sostituto per la vittoria, e questo è altrettanto vero nella difesa personale che è, dopo tutto, un microcosmo di guerra. Quando un codardo è minacciato da una violenza mortale, la sua reazione può essere arrendersi, o rannicchiarsi, o fuggire, o chiedere aiuto; è probabile che nessuna di queste scelte lo salvi da quel pericolo.
Ma questo libretto non è stato scritto per i codardi.
Io penso che è valido adesso come quando fu scritto, ed io non ho niente da aggiungergli.

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