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Sesto principio: Spietatezza

Chiunque attacchi un suo simile senza un motivo sufficiente e per di più con cattiveria ed accanimento, non merita alcuna considerazione. Mentre siamo vincolati da precetti morali e legali nei confronti del cosiddetto "eccesso di reazione", siamo pienamente giustificati se diamo un maggior valore alla vita ed alla persona di una vittima intenzionale rispetto a quella di un pericoloso aggressore.
Un aggressore deve essere fermato. Subito e completamente.
Domani avremo il tempo di chiederci chi è, perchè ha scelto di essere un criminale, qual'è il suo background sociale, le sue motivazioni ideologiche o psicologiche e qual'è la gravità delle ferite che gli abbiamo cagionato a causa delle sue azioni.
Ma adesso la nostra prima preoccupazione deve essere quella di restare vivi. Lasciate che il vostro assalitore si preoccupi per la sua vita. Non trattenetevi. Non colpitelo più dopo che lo avete reso incapace di ulteriori azioni, ma solo quando siete certi di averlo fermato. La legge ci impedisce di vendicarci, ma ci consente di prevenire. Ciò che si fa per prevenire un ulteriore attacco violento, finchè il criminale è ancora capace di agire, è giustificato. Perciò siate sicuri, e non lasciate che l'indulgenza vi trattenga. Vi possono uccidere.
Un uomo armato, specialmente se è armato con un'arma da fuoco, è pericoloso finchè è cosciente. Non accolliamoci dei rischi. Mettiamolo fuori combattimento.
Se si è costretti ad usare le mani, è bene usarle con tutta la forza che abbiamo. Se colpite il vostro assalitore con esitazione, per paura di fargli male, lo farete davvero arrabbiare, e dal momento che vi ha già dimostrato di essere disposto ad uccidervi, tenterà di farlo anche più duramente adesso che lo avete centrato con un colpo doloroso ma non decisivo. Se scegliete di colpire, si intende che dovete farlo duramente.
Questo concetto può essere esteso anche all'uso delle armi da fuoco. Se siete legittimati a sparare siete autorizzati ad uccidere, in tutta una serie di circostanze ovvie. Non pensateci su. Sparate al bersaglio grosso. Il mondo è pieno di persone perbene. Dei criminali possiamo fare a meno.
Spesso si sente dire - specialmente da certi portavoce della polizia che, a me sembra, dovrebbero saperlo meglio - che durante un'aggressione la vittima non dovrebbe opporre alcuna resistenza, per paura di eccitare il suo assalitore. Forse noi dovremmo ignorare questo genere di pusillanime esortazione alla codardia. "Onore" può in verità essere una parola obsoleta. Così prendiamo in considerazione solamente i risultati. Alla festa di Sharon Tate nessuno oppose resistenza. Le vittime di Starkweather non opposero resistenza. I La Bianca non opposero resistenza. Mitrione non oppose resistenza. La prossima volta che qualche "esperto" mi dirà di non resistere, potrei diventare offensivo.
A parte la probabilità di essere uccisi in ogni caso se ci si sottomette alle minacce di violenza, potrebbe sembrare - specialmente nel mondo di oggi dell'atrocità permissiva - che quello di resistere possa essere il suo dovere sociale. La legge non sembra affatto incline a scoraggiare il crimine violento. Il sociopatico che attacca ha poco da temere, a parer mio, sia dalla polizia che dal giudice. Il capo di polizia della nostra città ha affermato sulla stampa che "Il più grande, concreto ed immediato pericolo che un malandrino affronta, è la possibilità che la sua vittima possa essere armata e possa sparare al criminale." (U.S. News and World Report, 8 dicembre 1969, p. 35). La sintassi può essere un po' ingarbugliata, ma il significato è chiaro. Se esiste una possibilità di porre un freno al crimine violento, è solamente la vittima designata che può riuscirci. Il criminale non teme la polizia, e non ha paura di nessun giudice e nessuna giuria. Dunque, ciò che gli si deve insegnare è temere la sua vittima. Se un criminale vi attacca e sopravvive, lui giungerà ragionevolmente alla conclusione di poterlo fare di nuovo. Sottomettendovi a lui, non solo mettete in pericolo la vostra vita, ma anche le vite di altri. Il primo uomo che oppose resistenza a Starkweather, dopo undici assassini, lo superò facilmente e senza riportare ferite. Se quell'uomo fosse stato il primo ad essere affrontato, undici persone innocenti sarebbero state risparmiate.
Il vezzo di coccolare gli assassini ci ha portati in una pessima condizione. Se questa è una politica davvero saggia (cosa della quale abbiamo serie ragioni per dubitare), lasciamola alle corti. Quando la vostra vita è in pericolo, scordatevi tutto. Se vi trovate sotto la minaccia di un attacco letale non siate gentili.
Siate forti.
Siate arditi.
Siate spietati.

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