I fatti nel maggio del 2003. In primo grado era stato condannato a un anno e otto mesi (pena sospesa). I giudici hanno riconosciuto la legittima difesa e ordinato che gli sia restituita l'arma.
Assolto per legittima difesa putativa dall'accusa di omicidio Giovanni Petrali, il tabaccaio che il 17 maggio 2003, reagendo a un tentativo di rapina alla sua tabaccheria in piazzale Baracca, ha ucciso Alfredo Merlino, 20 anni, e ferito Andrea Solaro, oggi 26. Dichiarato prescritto invece il reato di lesioni. In primo grado Petrali era stato condannato a un anno e otto mesi (pena sospesa). In appello il sostituto procuratore generale Piero De Petris aveva chiesto una condanna a nove anni e sei mesi di carcere.
Petrali avrebbe esploso sette colpi di pistola quando la situazione di pericolo era ormai cessata, dunque al di fuori di una situazione che prevede la legittima difesa, ma che lui non se ne era reso conto: di qui la definizione di "legittima difesa putativa". La corte ha anche ordinato la restituzione di una pistola sequestrata a Petrali, che però non è quella che aveva usato quella sera. Il risarcimento per Solaro, l'unica delle due parti civili che aveva impugnato la sentenza di primo grado, sarà stabilito in sede civile.
Davanti al tribunale una decina di persone avevano partecipato al presidio organizzato dalla Lega Nord in solidarietà di Giovanni Petrali. Alla manifestazione, in cui è stato srotolato lo striscione 'Siamo tutti tabaccai', ha partecipato anche il capogruppo della Lega in Comune, Matteo Salvini. Lo scorso 23 febbraio, in occasione dell'avvio del processo di secondo grado, Salvini aveva annunciato un'invasione pacifica dell'aula sostenendo che è "ridicolo che non prevalga il principio della legittima difesa per un cittadino che è stato vittima di un'aggressione". Salvini ha poi anticipato che Antonio Petrali, figlio di Giovanni, e Giuseppe Maiocchi, il gioielliere condannato a un mese per lesioni colpose ai danni di un ladro che aveva tentato una spaccata alla sua gioielleria, saranno nelle liste della Lega per le prossime elezioni comunali milanesi.
"Oggi è stata scritta bella pagina di giustizia e finalmente abbiamo avuto la risposta che aspettavamo da tanti, ha commentato Marco Petrali, figlio e legale di Giovanni. "Adesso dobbiamo aspettare le motivazioni - ha proseguito l'avvocato - ma su questa decisione ha giocato molto lo stato mentale in cui versava mio padre dopo l'aggressione all'interno del negozio". Sull'ipotesi che il padre possa tornare a possedere un'arma, Petrali risponde: "Non la vorrebbe più avere un'arma con sé. Se poi succedono certe cose, i processi morali che uno si porta dietro sono devastanti".
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Personalmente, per quanto non potesse essere ritenuta una classica "legittima difesa" l'aver inseguito fuori il ladro per sparargli ancora, sono veramente FELICE che sia andata così. Finalmente le cose vengono prese per il verso giusto!

L'unico assurdo è che a una cosa simile ci si doveva arrivare subito, e non dopo 8 anni di sbattimenti, spese e chi più ne ha più ne metta.
Che poi il rapinatore sopravvissuto possa permettersi anche di chiedere i "danni"... la trovo una cosa da FANTASCIENZA. Dovrebbe solo vergognarsi e venire buttato in carcere dopo aver saldato la serratura.