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Terzo Principio: Aggressività

Nella difesa noi non diamo inizio alla violenza. Dobbiamo "concedere" al nostro assalitore l'enorme vantaggio di scagliare il primo colpo o, al limite, di tentare di farlo. Dopo di che possiamo riportare l'attenzione a ciò che dobbiamo fare al fine di ottenere una risposta di schiacciante violenza.
"La migliore difesa è un buon attacco", questo è vero, ma, dal momento in cui non possiamo applicare questo principio ad una condotta di difesa personale, possiamo proporre come corollario "la migliore difesa all'attacco è un contrattacco esplosivo".
Ciò farà insinuare, a coloro che non ne capiscono di combattimento, che numeri, dimensioni, forza ed equipaggiamento degli avversari, invalidano questa istruzione. E insisteranno col sostenere che l'aggressore non attaccherà finchè la sua forza non sia chiaramente preponderante. Ciò è possibile, ma non è detto che si verifichi in ogni circostanza.
Prendiamo in considerazione il caso Speck in cui le vittime erano superiori al carnefice nella proporzione di 8 a 1.
Le vittime erano in possesso di una forza molto superiore a quella che bastava a salvare le loro vite, ma solo nel caso in cui l'avessero rivolta con violenza e aggressività contro il loro assassino. In questo hanno sbagliato. E ci sono innumerevoli altri esempi.
La vittoria di una risposta esplosiva della parte chiaramente più debole su quella più forte è facilmente osservabile nel mondo animale.
Un barboncino nano fa scappare via dalla sua proprietà un pastore tedesco. Un piccolo di aquila mette in fuga un falco dedito al saccheggio. Un ghiottone da quattro libbre fa allontanare un intero branco di lupi da una preda, per aver ragione della quale i lupi avevano impiegato ore.
Insomma l'aggressività porta con se un incalcolabile vantaggio morale in ogni combattimento, offensivo o difensivo che sia.
E il punto cruciale è che l'aggressore, che non si aspetta aggressività da parte della sua vittima, di solito viene colto alla sprovvista.
Se la vittima designata è armata, l'esperienza, più che il numero, diventa il fattore critico.
Un uomo con una arma da fianco potente e affidabile e che è altamente qualificato nel suo uso, può sconfiggere, a breve distanza, una squadra di tiratori se coglie l'iniziativa con una risposta istantanea ed aggressiva ad un attacco sferrato maldestramente.
Certamente questa abilità è rara, anche (o, forse, soprattutto) tra i nostri uomini in divisa, ma può essere acquisita.
Grandi passi in avanti sono stati fatti nella teoria della costruzione di pistole da difesa. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Ma mai presumere che il solo fatto di avere una pistola faccia di te un tiratore scelto. Non si è armati per il solo fatto di aver addosso una pistola, così come non si è musicisti per il solo fatto di possedere una chitarra.
Per citare un caso recente, un mio allievo,tornando a casa tardi dopo una festa, è stato aggredito da quattro uomini armati di revolver mentre si stava immettendo nella sua corsia. All'inizio, impauritosi, ha commesso i peggiori errori violando (o dimenticandosene per un pò) tutti i principi della difesa personale tranne quello dell'aggressività. Alla loro prima raffica si è gettato al suolo e ha diretto un volume di fuoco così rapido e intenso (ha esploso ventidue colpi in meno di venti secondi) contro i suoi intenzionali assassini che questi si sono spaventati e dati alla fuga.
Ha commesso molti errori ma la sua reazione esplosiva all'attacco gli ha sicuramente salvato la vita. Quindi come facciamo a coltivare la risposta aggressiva? Credo che la risposta consista nell'indignazione.
Leggete i giornali. Guardate le notizie.
Questa gente non ha diritto di depredare cittadini innocenti. Non ha diritto di offrire violenza a titolo gratuito. Sono persone malvagie e tu sei giustificato ad essere risentito per il loro comportamento al punto di adirarti. La tua risposta, se attaccato, non deve essere la paura ma la rabbia. Le due emozioni sono talmente vicine che tu con molta facilità puoi passare dall'una all'altra. A questo punto la tua vita dipende dalla tua capacità di bloccare pensieri relativi al tuo pericolo e di concentrarti completamente sulla distruzione del tuo nemico. La rabbia ti consente di farlo. La vecchina che mette in fuga il rapinatore armato percuotendolo con la sua borsetta è arrabbiata, e buon per lei!
L'esempio precedente è, con qualche certezza, una panoramica sulla nostra società, non approvata nei circoli sociologici contemporanei.
Ma questo non è importante ai fini del nostro discorso. Noi ci occupiamo semplicemente della sopravvivenza. Dopo che ci siamo premuniti per la nostra sopravvivenza, possiamo anche parlare di sociologia. Se mai avrete la sfortuna di essere attaccati, l'essere in guardia vi avrà dato un piccolo avviso, la prontezza vi avrà dato un appropriato corso per seguirlo, e se quel corso suggerisce di contrattaccare, allora mettetelo in pratica con tutto ciò che avete a portata di mano.
Siate indignati!
Siate arrabbiati!
Siate aggressivi!

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